Pordenonelegge 2025 e Food: quando le parole incontrano il cibo

Dal pane all’Armenia, dal barbecue alla cucina friulana: il lato più gustoso del festival che ha fatto dialogare letteratura e sapori.

Pordenonelegge 2025 e Food: libri che profumano di pane e vino

Anche quest’anno Pordenonelegge ha regalato non solo parole, ma anche sapori.

Pordenonelegge 2025 “food”, come io ho voluto definire il gruppo di eventi dedicati al tema, ha intrecciato letteratura ed enogastronomia, dimostrando che leggere e mangiare condividono lo stesso piacere: nutrire mente e corpo.

Tra braci ardenti, ricette di salute e viaggi millenari nel vino, il festival ha trasformato la tavola in una pagina da sfogliare.

Pane che racconta un Paese.

Con Fulvio Marino il pane è diventato simbolo di identità e viaggio culturale. “Tutta l’Italia del pane” ha guidato il pubblico tra farine, lieviti e tradizioni regionali, ricordando che ogni pagnotta porta con sé il profumo di un territorio e il gesto di una comunità.

Cucina sana e gourmet: la lezione del CRO Aviano.

La salute si fa gourmet” ha unito scienza e gusto. Il CRO di Aviano e la Scuola Alberghiera IAL FVG hanno presentato un ricettario nato per trasformare il Decalogo Europeo contro il Cancro in piatti belli e buoni. Una testimonianza che la prevenzione può iniziare dalla cucina di tutti i giorni.

Il fuoco del barbecue, tra tecnica e convivialità.

Con Fabrizio Nonis, alias El Bekér, il barbecue si è acceso di racconti e segreti. Non solo griglie e marinature, ma il fuoco come rito collettivo: la magia delle braci che uniscono amici e famiglie in un linguaggio universale di convivialità.

Il cibo come specchio del mondo

Nel corso dell’evento “Il cibo a pezziRoberto Weber ha mostrato il lato geopolitico dell’alimentazione: guerre, innovazioni, crisi e biodiversità. Un incontro che ha ricordato come ogni piatto sia anche il risultato di scelte globali e responsabilità condivise.

Friuli Venezia Giulia in tavola.

Lo scrittore Walter Filiputti ha accompagnato il pubblico in un viaggio nella storia moderna della cucina del Friuli Venezia Giulia. Ristoranti, tradizioni, innovazioni: un mosaico di sapori che racconta le radici e il futuro della gastronomia regionale.

A tavola con Casanova.

Seduzione e gusto si sono intrecciati nell’incontro che ha visto protagonista il libro di Anna Maria Pellegrino e Giampiero Rorato. Nei piatti e nei vini amati da Giacomo Casanova il cibo diventa teatro del desiderio, ricordo di banchetti e invito alla gioia di vivere.

Armenia, la culla del vino.

Con Manuela Da Cortà ed Enrico Dal Bianco il pubblico ha viaggiato fino alle origini della vitivinicoltura, tra le montagne dell’Armenia. Un luogo che custodisce oltre seimila anni di storia del vino, ponte fra culture e tradizioni che ancora oggi parlano al presente.

Un filo che lega cibo e libri

Il filo rosso di Pordenonelegge 2025 “Food” è stato chiaro: il cibo è racconto, identità e passione.

Dal pane alla vite, dal fuoco vivo ai piatti della memoria, la letteratura ha trovato nella cucina un’alleata naturale. Un festival che ci ha insegnato che le parole si leggono, ma si possono anche gustare.

🍴 5 idee da portare a casa

  • Il pane come identità – ogni pagnotta racconta una comunità e una storia.
  • La salute si fa gourmet – cucinare sano non significa rinunciare al gusto.
  • Il barbecue come rito – fuoco e convivialità, tecnica e amicizia.
  • Il cibo è politica – ogni piatto riflette scelte globali, economiche e ambientali.
  • Il vino è memoria – dal Friuli all’Armenia, il calice custodisce radici millenarie.

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IDEATORE E AMMINISTRATORE DI RISTORHUNTER - Giornalista pubblicista e scrittrice, Francesca è felicemente ossessionata dai racconti e dal potere delle storie: se infatti nessuno è in grado di contrastare la forza di gravità esercitata dalle storie, lei ne è sin dai primi anni di vita la prima vittima. Docente di "arte della narrazione" (anche applicata al mondo enogastronomico), che ama in verità definire "scrittura emotiva", crede che sia assolutamente vero che "Dio creò l'uomo perché gli piacciono le storie". Per Francesca insomma la scrittura è una cosa seria, perché scrivere significa dire quello che non riusciamo a dire e perché la scrittura è "un atto di conoscenza che si maschera di finzione".

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