Asparago bianco di Cordenons: dal marchio di denominazione comunale alla prima edizione del “Salotto dell’asparago”

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Cordenons terra dell’asparago bianco

A Cordenons, comune della provincia di Pordenone che fonde due grandi ecosistemi, i Magredi e le Risorgive, si coltivano ad asparago bianco oltre 15 ettari, per una produzione che si aggira attorno ad 1,5 quintali all’anno.

In Friuli Venezia Giulia, infatti, da oltre due secoli i produttori lavorano per affinare le tecniche di coltivazione, ma nella terra cordenonese, grazie alla fertilità del terreno, al microclima (temperature e umidità) e alle condizioni di ventilazione peculiari, gli asparagi assumono caratteristiche uniche, di gusto, profumo ed estetica.

Narra una leggenda che gli asparagi bianchi siano stati scoperti per caso. Nel Cinquecento il Veneto e il Friuli furono colpiti da una grandinata così violenta che tutte le punte degli asparagi che erano fuoriuscite andarono distrutte. I contadini furono costretti a mangiare solo la parte che era rimasta sotto terra, intatta, e che non aveva assunto la colorazione verde o violetta, tipica delle sole qualità di asparagi allora note. Si resero conto che, raccolti così, erano molto dolci, dal sapore delicato, e così decisero di iniziare a predisporre terreni per coltivare l’asparago in modo che rimanesse bianco: le punte della pianta non devono fuoriuscire dal terreno e non devono venire a contatto con la luce del sole.

Leggenda vera o meno, fatto sta che i coltivatori di questa qualità di asparago, nella terra compresa tra i Magredi e le Risorgive sono tanti, dediti a rendere speciale il loro territorio ed aggiungere un fiore all’occhiello al patrimonio locale.

Il marchio di denominazione comunale

Sono stati proprio alcuni di questi coltivatori locali, circa un anno fa, a lanciare l’idea di un progetto di marchio di denominazione locale; un’idea forse inizialmente vista come un azzardo, ma a cui molti hanno creduto e così oggi l’asparago bianco ha ottenuto il marchio DE.CO., ovvero il marchio di denominazione comunale, e addirittura si ventila l’ipotesi di un consorzio che unisca tutti i produttori della zona e l’estensione della denominazione di origine comunale ad altri prodotti agroalimentari ed enogastronomici tipici del territorio.

Il salotto dell’asparago

A solo un mese dalla presentazione ufficiale del logo del marchio, l’asparago bianco di Cordenons diventa protagonista di una “due giorni” (14 e 15 aprile 2018) di promozione esperienziale: la prima edizione de “Il salotto dell’asparago“: ristoratori e produttori uniti per far conoscere l’asparago in tutte le sue sfaccettature, dai benefici salutistici, ai metodi di coltivazione, fino alle sue più svariate interpretazioni in piatti che lo fanno incontrare con altre eccellenze locali.

Ma l’esperienza vera è quella della visita nelle aree coltivate delle aziende agricole, raccogliere di persona gli ortaggi, inebriarsi del loro profumo fresco e ancora terroso, e poi via tra gli stand a degustare assaggi a base di asparagi o alla scoperta dei Magredi e delle Risorgive.

Il salotto dell'asparago bianco di Cordenons

Il “salotto” sarà la piazza del paese, Piazza della Vittoria, vestita a festa grazie a gli sforzi di Pordenone With Love, la Camera di Commercio di Pordenone, il Comune di Cordenons e la Procordenons.

Noi di RistorHunter ci saremo, pronti a raccontarvi tutti i segreti della coltivazione e raccolta dell’asparago, a presentarvi una succulenta carrellata di foto di piatti dai colori e sapori unici, a condurvi nel fascino di Magredi e Risorgive… ma se voleste godervi tutto questo di persona, eccovi qua il programma completo.

Vi aspettiamo!

Francesca Orlando

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IDEATORE E AMMINISTRATORE DI RISTORHUNTER - Giornalista pubblicista e scrittrice, Francesca è felicemente ossessionata dai racconti e dal potere delle storie: se infatti nessuno è in grado di contrastare la forza di gravità esercitata dalle storie, lei ne è sin dai primi anni di vita la prima vittima. Docente di "arte della narrazione" (anche applicata al mondo enogastronomico), che ama in verità definire "scrittura emotiva", crede che sia assolutamente vero che "Dio creò l'uomo perché gli piacciono le storie". Per Francesca insomma la scrittura è una cosa seria, perché scrivere significa dire quello che non riusciamo a dire e perché la scrittura è "un atto di conoscenza che si maschera di finzione".

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