La Banca: radici, ricerca, carattere e un caveau custode del gusto

Ristorante la banca di galatina

La Banca di Galatina

E’ bellissimo sorprendersi piacevolmente quando i luoghi non sono ciò che sembrano.

La Banca di Galatina. Ci passi davanti, guardi l’insegna, sbirci oltre il cancello e pensi tra te e te che, sì, è un bellissimo palazzo, una storica banca in una dimora ottocentesca che di sicuro custodirà tanta memoria di gesta e avvenimenti.

Poi le porte si aprono e, inaspettati, scorgi dei tavoli… Torni indietro, riguardi con più attenzione l’insegna esterna e leggi: “Restaurant, Event, Garden….. Radici, Ricerca, Carattere”.

Ristorante La banca Galatina entrata

Ristorante La Banca Galatina insegna

Una banca dalle insolite fattezze allora. Ancor meglio, un ristorante sorto per mano di Alessandro Castriota Scanderbeg e Paolo Trevisani nella storica sede del Banco di Napoli di Galatina.

Radici e Carattere li percepisci e respiri immediatamente. Il luogo è semplicemente “magnificente”, con quei soffitti alti e meravigliosamente decorati di stucchi liberty, i quadri che narrano la storia del luogo, gli spazi ampi che giocano tra antico e moderno, dove l’antico e il territorio profumano di ulivo, mentre la modernità spicca bianco-grigia e luminosa abbracciando sedie trasparenti, poltroncine imbottite e una mise en place tra l’elegante e l’essenziale.

 

La SORPRESA ha già avuto inizio, per poi dare spazio all’INATTESO quando il vecchio abbraccia il nuovo. L’antico e originale caveau della banca è lì, con le piccole dorate cassette porta valori. Ma il valore che ora narrano è un altro, trasformate in simil dispensa e riempite di gusto: vini pregiati in attesa di offrire piacere agli ospiti.

Poi ti siedi a tavola ed è lì che, per mano dello chef Emanuele Specchia, radici, ricerca e carattere li ritrovi tutti insieme, in quei piatti che alla pari, o ancor più, del luogo, sposano antico e moderno, tradizione e innovazione, sapori salentini e creatività.

I prodotti, di qualità sublime, sono tutti del territorio, ma la chiave del gusto è data dal giro di volta di Emanuele, capace di rivisitazioni che alla tradizione culinaria salentina donano quel quid espressivo di freschezza evolutiva e attuale espressività.

Sì, il carattere è tutto suo quando il notissimo Bloody Mary da cocktail si trasforma sul piatto in un Bloody Salento: succo di pomodoro e peperoni che esplodono in bocca in profumo di terra salentina, come se li stessi mordendo a crudo passeggiando in un orto sotto il sole; in quel succo si tuffano i gamberi di Gallipoli, a insaporire la bisque ma anche resi croccanti in veste fritta e profumata.

Anche il pane, fatto come le nonne insegnano, veste abiti nuovi, mentre l’aperitivo ti saluta nel carpaccio di spigola adagiato su una gelatina di Ginger-Campari, decorata dal trifoglio e ingolosita dal cappero.

Il tuffo nel mare Emanuele Specchia lo regala con lo sgombro marinato al sale, abbandonato su una spiaggia dorata e croccante (il friscous salentino fatto con le friselle) e protetto da rapa verde brillante cotta a bassa temperatura. Mentre poco distante, sul medesimo piatto, lo sfidano nel gusto i fegatelli di rana pescatrice resi briosi e ricchi dalla salsa ai frutti di bosco.

E infine, dopo la sorpresa e l’inatteso del luogo, arriva l’APOTEOSI della tavola.

In fondo “banca” nell’antico dialetto salentino significa proprio “tavola” e la sublimazione di quelle “Radici, Ricerca e Carattere” che l’entrata promette, Emanuele qui le dona tutte.

Le fettuccine fatte in casa sono condite con pepe e limone e i datterini gialli, dolci ed equilibrati, accompagnano delicati la gallinella di mare.

L’esplosione avviene in bocca, quando l’aspro, il dolce, il sapido e tutto il profumo della terra e del mare salentino riempiono tutti i sensi e la prima immagine assonante che ti appare nella mente è che quel piatto racconta le radici, la sua terra di provenienza, ma nel contempo è l’espressione della ricerca e del carattere della mente che lo ha ideato e sì, è proprio un caveau custode, in tutti i sensi, del gusto!

(Educational “Dall’Avvento all’Immacolata sulle orme di Scanderbeg” realizzato dall’ Accademia dei Volenterosi e il Comune di Bagnolo del Salento– Progetto P.O.R.FESRSE 2018-2020 Regione Puglia).

 

Ristorante La Banca

Via Tommaso Cavazza 41 – Galatina (LE)

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IDEATORE E AMMINISTRATORE DI RISTORHUNTER - Giornalista pubblicista e scrittrice, Francesca è felicemente ossessionata dai racconti e dal potere delle storie: se infatti nessuno è in grado di contrastare la forza di gravità esercitata dalle storie, lei ne è sin dai primi anni di vita la prima vittima. Docente di "arte della narrazione" (anche applicata al mondo enogastronomico), che ama in verità definire "scrittura emotiva", crede che sia assolutamente vero che "Dio creò l'uomo perché gli piacciono le storie". Per Francesca insomma la scrittura è una cosa seria, perché scrivere significa dire quello che non riusciamo a dire e perché la scrittura è "un atto di conoscenza che si maschera di finzione".

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