Giacomo Sacchetto e “La Cru di Giuletta e Romeo”

Il nuovo racconto culinario di chef Giacomo Sacchetto per Bonverre.

La ricetta identitaria di Verona si chiama “La Cru di Giuletta e Romeo“. Ad idearla niente meno che Giacomo Sacchetto, giovane chef alla giuda dello stellato ristorante La Cru.

Giacomo Sacchetto

Un piatto riadattato per Bonverre, che con “Siediti ti racconto una storia” porta in web tour degustazioni e racconti di prodotti.

Bonverre vuole infatti essere Storyteller di racconti che includono territori, prodotti, ricette, tradizioni e interpreti. E lo fa con ricette sotto vetro che arrivano ovunque, con un circuito di eventi e degustazioni, al momento on line.

Così, il 17 maggio alle 18.30 la ricetta di chef Giacomo Sacchetto sarà protagonista di un evento digitale e live tasting aperto a tutti.

La Cru di Giuletta e Romeo

Pancia di maiale, formaggio Monte Veronese DOP e vino rosso di Verona sono gli ingredienti con cui Giacomo Sacchetto riscrive la storia di un intero territorio.

La Cru di Giuletta e Romeo è un piatto che chef Sacchetto propone al ristorante La Cru che, per diventare Bonverre, è stato “ingegnerizzato”.

“Abbiamo voluto racchiudere in un caso alcuni ingredienti del nostro territorio, ma soprattutto una grande lavorazione – racconta Giacomo Sacchetto -. La pancia di maiale viene cotta per sei-otto ore e la salsa al vino rosso viene lavorata per circa circa cinque ore”.

Un piatto speciale dal gusto pieno, con punte sapide date dal formaggio, la componente grassa della pancia e la nota acida della riduzione al vino.

Territorio, materia prima e concretezza sono i tre pilastri su cui si fonda la cucina di chef Giacomo Sacchetto.

La Cru di Giuletta e Romeo ha non solo il gusto autentico di Verona e dell’amore simbolo della città, ma anche il sapore di questi fondamenti della cucina de La Cru.

Per seguire la diretta basta seguire questo LINK.

Fonte e foto: Aromi Ufficio Stampa e Comunicazione

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IDEATORE E AMMINISTRATORE DI RISTORHUNTER - Giornalista pubblicista e scrittrice, Francesca è felicemente ossessionata dai racconti e dal potere delle storie: se infatti nessuno è in grado di contrastare la forza di gravità esercitata dalle storie, lei ne è sin dai primi anni di vita la prima vittima. Docente di "arte della narrazione" (anche applicata al mondo enogastronomico), che ama in verità definire "scrittura emotiva", crede che sia assolutamente vero che "Dio creò l'uomo perché gli piacciono le storie". Per Francesca insomma la scrittura è una cosa seria, perché scrivere significa dire quello che non riusciamo a dire e perché la scrittura è "un atto di conoscenza che si maschera di finzione".

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